Gino Paoli
Albergo a ore
[Testo di "Albergo a ore"]

Io lavoro al bar di un albergo a ore
Porto su il caffè a chi fa l'amore
Vanno su e giù coppie tutte uguali
Non le vedo più neanche con gli occhiali, ma...

Ma sono rimasto lì
Lì, come un cretino
Vedendo quei due
Arrivare un mattino
Puliti, educati
Sembravano finti
Sembravano proprio
Due santi dipinti

M'hanno chiesto una stanza
Io, io gli ho fatto vedere
La meno schifosa
La numero tre

E ho messo nel letto
I lenzuoli puliti
Poi, poi come San Pietro
Gli ho dato le chiavi
Gli ho dato le chiavi
Di quel, quel paradiso
E ho chiuso la porta
Sul loro sorriso
Io lavoro al bar di un albergo a ore
Porto su il caffè a chi fa l'amore
Vanno su e giù coppie sempre uguali
Non le vedo più neanche con gli occhiali, ma...

Ma sono rimasto lì
Lì, come un cretino
Aprendo la porta
Quel grigio mattino
Se n'erano andati
In silenzio perfetto
Lasciando soltanto
Solo due corpi nel letto

Io lo so, io lo so
Che non c'entro, però
Però non è giusto
Morire a vent'anni
E poi, e poi proprio qui!

Me li hanno incartati
In bianchi lenzuoli
E l'ultimo viaggio
L'han fatto da soli
Né fiori né gente
Soltanto un furgone
Ma là dove vanno
Staranno benone
Io lavoro al bar di un albergo ad ore
Porto su il caffè a chi fa l'amore
Io sarò un cretino, ma chissà, chissà perché
Non mi va di dare a nessuno la chiave del numero tre!