Enrico Ruggeri
L’autocritica
Mio Comitato, Comitato Centrale
Questa mattina sono proprio contento
E vi ringrazio di lasciarmi accusare
Del mio inqualificabile comportamento

E' impossibile da tollerare
Questo mio crimine infinito
Questa sfiducia unilaterale
Nelle strutture del nostro Partito

Questo pensare di poter pensare
Nella più sfacciata autonomia
È un individualismo da condannare
Come sfrontata eresia
Come borghese malattia

Come potrete accettarmi
Reintegrarmi, perdonarmi?
Dovete condannarmi
Nemmeno il più oscuro silenzio
È abbastanza per me

Voglio confessare adesso tutti i miei peccati
Per pagarli, a costo di inventarli
Perchè per me non c'è pietà
Non voglio neanche un avvocato;
La mia coscienza è sola in mezzo a voi
Che mi volete bene

Un Comitato, un Comitato Centrale
Che ci spiega quello che vede
Non lo si può deligittimare;
Ha bisogno di atti di fede

Va nutrito con l'obbedienza
Con dedizione totale
E ci racconta la scienza
E ci difende dal male
Il Comitato Centrale!

Come ho potuto sfidarlo
Dubitarne, biasimarlo?
Come ho potuto farlo?
Nemmeno il più oscuro silenzio
È abbastanza per me
Voglio rivelare tutti i nomi degli amici
E denunciarli, fino a che un altro parli
Perchè non c'è pietà per chi
Ha fatto il male del partito;
La coscienza la consegno a voi
Che ci volete bene