Francesco De Gregori
Finestre di dolore
[Testo di "Finestre di dolore"]

La luce della luna ci trovò sopra il tetto
E Pietro non parlava, e niente che rompeva
La noia dell'attesa
Solo il suono della pioggia che cadeva
E lui, con la mano alla bottiglia
Faceva I suoi discorsi da pazzo
E un gallo si mise a suonare la sveglia
Per quanto la notte fosse ancora ubriaca
E Giuda fosse ancora un ragazzo
E credo che fu in quel preciso momento
Che venne da molto lontano un ricordo
Qualcosa di simile a un pianto di madri
E due angeli vestiti di bianco scescero con aria stupita
E il vuoto nel cuore
E aprimmo al pianto le finestre del dolore

Seduti nella stanza con la bocca socchiusa
Aggrappati alle nostre sigarette
Aspettavamo l'alba senza troppo interesse
Soltanto per avere una scusa
E Anna, perduta sul divano
Sembrava un bambino sconfitto
E la sua amica giovane le dava la mano
Ma Anna era troppo occupata a contare ricordi sul soffitto
E credo che fu in quel preciso momento
Che venne da molto lontano un ricordo
Qualcosa di simile a un pianto di madri
E due angeli vestiti di bianco scescero
Con aria stupita e il vuoto nel cuore
E aprimmo al pianto le finestre del dolore

In fondo alla pianura una linea più buia
L'esercito degli uomini diversi
Con gli occhi e la bocca pieni di sonno
Aspettava in una buca di due metri
E noi, dall'altra parte del concetto
Con l'anima in fondo alle gavette
Cacciavamo I pensieri come mosche mortali
E il nostro cervello era bianco

L'attacco era fissato per le sette
E credo che fu in quel preciso momento
Che venne da molto lontano un ricordo
Qualcosa di simile a un pianto di madri
E due angeli vestiti di bianco scescero
Con aria stupita e il vuoto nel cuore
E aprimmo al pianto le finestre del dolore