Paolo Benvegnù
Il nemico
Chiudo le gambe
Al nemico che ho di fronte
Non vede gli alberi danzare
Non sa restituire
La mediocrità del gioco degli specchi
In un delitto immobile e mortale
Stringendosi alla gola

Non vedo più non sento
Quest'ansia di arrivare
Sul tuo ventre caldo
Depositare il seme senza amare il campo

Spegni la luce alla fine del mondo
E chiedi aiuto agli sciamani
Se sei sbranato dai cani

La velocità e il profumo del risveglio
In una danza immobile di padre in figlio
Dai volti sanguinari

Non vedo più non sento
Quest'ansia di arrivare
Sul tuo ventre caldo
Depositare il seme mentre mi sto uccidendo

Ti ho visto immobile nel desiderio
Senza nessun bisogno di tornare
E poi pregare per ricominciare
A costruire
Senza il bisogno di una distrazione
Cadendo e superando il bene e il male
E abbandonarsi per ricominciare

Spegni la luce
Contagia il tramonto
Hai troppe cose a cui pensare
Ad esempio che gli alberghi sono navi senza movimento
A quanti guasti devi riparare
Quante invasioni dovrai contenere ai fiori
Che si riproducono nel vento

Non vedo più non sento
Quest'ansia di arrivare
Ti ho visto immobile nel desiderio
Senza nessun bisogno di tornare
E poi pregare per ricominciare
A costruire
Senza il bisogno di una distrazione
Cadendo e superando il bene e il male
E abbandonarsi per ricominciare