Dargen D’Amico
Perché non sai mai (quel che ti capita)
[Testo di "Perché non sai mai (quel che ti capita)"]

[Strofa 1]
La pioggia obliqua va a segno, è quasi inutile l'ombrello
Mi rifugio in un bar mezzo pieno
Come il bicchiere di chi è già sereno
Credo pure d'esserci già stato
E non devo essermi divertito
Non rimango scappo e mi bagno
E mi sento solo come una single
Con l'ovulazione in corso e corro con le dita sul vetro
Della fermata ma mi fermo se
Il mignolo rimane troppo indietro
Altrimenti poi si sente solo
Come un cannolo estradato in Germania
Lontano dal proprio vassoio
Solo come Charlot, Totò e la Monroe
Come avrei voluto che
Quei tre si incontrassero da me
E io che uscivo dal frigo con la sciampagna e coi bignè
E nessuno di noi sembra triste
Totò fa penzolare le braccia
Charlot sfoglia le mie riviste
Marilyn mi massaggia la faccia
E a favore di pubblico mi dà l'amore, suo, personale
Quasi nuovo, io lo provo e glielo ridò subito
[Ritornello]
Perché non sai mai quel che ti capita
Fino a che non ti è capitato
E anche quando poi in realtà ti capita
Non capisci mai bene quel che ti è capitato

[Strofa 2]
La testa fra le nuvole, come Icaro
Gli uccelli s'avvicinano e dicono:
"Appena piove te ne torni a remi
Da dove vieni che qui ci avveleni."
"Cari uccellini, ho un cuore immenso
Se avete tempo planateci dentro"
Ma non ne hanno e, appena piove
Mi scaricano alla prima stazione
Il treno si muove con la corrente
Sto attento a non toccare niente
Che con la pioggia si prende la scossa
Preferisco viaggiare per posta
E non lasciare il circondario
E girar su me stesso come il riflesso
O l'orario o la cinta in vita o la clessidra
Che impassibile gira sull'asse
Non guarda giù e non ha paura
Di quello che pensa chi la tormenta
Come vorrei che mi insegnasse
A non temere gli sguardi del vicino
Io quando cammino solo sul viale della centrale io pur di non incontrare nessuno, sai
Inseguo l'ombra che mi sta davanti e si infila in ogni buco come i guanti, la seguo se temo ma non metta qualche treno
[Ritornello]
Perché non sai mai quel che ti capita
Fino a che non ti è capitato
E anche quando poi in realtà ti capita
Non capisci mai bene quel che t'è capitato

[Strofa 3]
Perdo di vista il mio corpo
Come se mi stesse girando attorno
Ed è pieno di gente sana
Parlano tutti nessuno con me
Meglio così perché già il lunedì
Ho finito le frasi per la settimana
Fatemi spazio in questa schiuma
Cerco la chiave per la mia fortuna
L'ha smarrita un'anziana signora
Che mi sbatteva cuscini e lenzuola
Aiutatemi tutti, lenzuola cuscini
Ma non statemi così vicini
Più lontani che mi prendo male
Più lontani, non so respirare
Più lontani, ho la vista infinita:
Cioè da vicino non ci vedo mica
Non preoccupatevi se quando mangio
Sembra che soffra, che stia litigando
Con le posate non è anoressia
È la miopia, presbiopia
Mi muovo senza un senso come un sordo in città
E cerco le radici di menta che sanno
Di tutto quanto tranne che di menta
Anch'io lo so bene com'è dura
Crescere dentro all'inquinamento
Ma se non si lamenta la menta
Perché dovrei lamentarmene io?
Tutto è bene quel che sa di buono
Massaggio la mano senza farmi male
Mi strizzo la pelle, qualche cl e non è poi così male
So di pelle come una giacca di pelle
O di pelle, so di pelle come una giacca di pelle...